Venerdì 20 maggio, ore 18, Largo Agosta: in piazza unite per gridare che la violenza contro le donne la fanno gli uomini.
Dopo lo stupro avvenuto pochi giorni a via Teano, contro una ragazza albanese che riporta di essere stata sequestrata da due rom, abbiamo anche dovuto assistere alla penosa strumentalizzazione delle donne, e del serissimo problema della violenza di genere, a fini razzisti e securitari cavalcato da fascisti. Gli stessi che augurano alle donne antirazziste di essere stuprate. Un ossimoro, praticamente; e oltre al danno la beffa, se vogliamo.
Le donne scendono dunque in piazza per gridare che la violenza contro le donne non ha confini né passaporto, né classe; la violenza contro le donne la fanno gli uomini.
La violenza maschile contro le donne è sistemica; le offende, le molesta, le percuote, le stupra, perché le tratta come oggetti identificandole esclusivamente nelle funzioni sessuale e riproduttiva. E' la violenza patriarcale, è la violenza del femminicidio e colpisce tutte.
Mentre politica e istituzioni sbandierano slogan a difesa delle donne, si rende di fatto inapplicabile la legge sull'aborto, si chiudono i consultori e si tagliano i fondi ai centri antiviolenza, si precarizzano le vite.
Il corpo delle donne strumentalizzato e abusato, è da sempre terreno di conquista economica, politica e sociale. La violenza maschile non è un'emergenza, come vorrebbero farci credere per approvare leggi come il pacchetto sicurezza: è strutturale e quotidiana. Le strumentalizzazioni securitarie sono solo un'ulteriore violenza contro di noi perché spostano l'attenzione dissimulando un problema molto più profondo: alla radice stessa del patriarcato. L'obiettivo è sempre lo stesso: il controllo sul corpo delle donne agito da uomini che vorrebbero privarci della nostra autodeterminazione.
Per questo scendiamo in strada a esprimere la nostra solidarietà alla ragazza violentata a via Teano e e tutte le altre che hanno subito e subiscono violenza ogni giorno nelle case, nei posti di lavoro, nelle strade, nei C.I.E. e in ogni dove.
Nessuna delega: la prima parola e l'ultima sul corpo delle donne è delle donne. Le strade libere le fanno le donne che l'attraversano. Rivendichiamo l'autodifesa e la solidarietà femminista: femminista, antirazzista, antifascista. Perché una femminista è antifascista per definizione; altrimenti, non è.
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