giovedì 23 giugno 2016

In difesa dei centri antiviolenza: 24 giugno nuova assemblea pubblica in piazza Campidoglio

Contro la decisione del Comune di Roma di chiudere i centri antiviolenza la Rete IoDecido torna in piazza: per rispondere colpo su colpo, essere sempre accanto ad ogni donna che subisce ingiustizie – come Rosa, stuprata da un militare a l’Aquila ad esempio, come Sara Di Pietrantonio, uccisa dall’ex, come tutte quelle che subiscono quotidianamente violenza in casa, sul lavoro, nelle strade


Come tantissime donne in questo momento, anche la Rete Io decido concorda sulla necessità e l'urgenza politica di fare della violenza di genere il terreno di intervento sul medio/lungo periodo per provare a costruire insieme una risposta adeguata e all'altezza dei tempi che viviamo, capace di uscire dalla logica dell'emergenza e in grado di articolare anche delle proposte concrete. La priorità è quella di non far fermare nemmeno per un giorno i servizi antiviolenza a rischio chiusura,


di contrastare la logica dei bandi e della delibera 140 che vogliono fermare le attività a tanti spazi sociali a Roma. Ma le donne vogliono anche molto di più: la rete Io decido chiede l’apertura di uno spazio delle donne, di servizi antiviolenza in ogni municipio della città. Per questo ha deciso di partire da quell’assemblea in piazza dell’Immacolata a San Lorenzo, lo scorso 16 giugno, per avviare un percorso articolato, una campagna pubblica e inclusiva, per dire basta a violenza e discriminazione; con momenti di incontro nazionali, mobilitazioni e assemblee, con l'obiettivo di mettere insieme intelligenze, saperi, rabbia e desideri per costruire una piattaforma che porti, il prossimo 25 novembre, ad un grande corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne.
Una piattaforma che si generi a partire dai percorsi già intrapresi e che per tutto il resto si organizzi formando gruppi di studio, così da poter elaborare assieme le nostre richieste, tra le quali nominiamo la revisione codice rosa, revisione-aggiornamento della legge sul femminicidio, l’integrazione degli strumenti contro la violenza sulle donne con quelli di aiuto al reddito, al lavoro e all’alloggio. Interventi educativi e di formazione, la revisione dell’ ambito giudiziario/legislativo sia penale che civile (che spesso colpevolizza le donne); la comunicazione e la narrazione della violenza di genere nei media e non solo: su questo ci siamo dette di avviare un lavoro capillare di scardinamento delle retoriche dominanti, immaginando anche delle azioni forti capaci di prender parola in maniera determinata.
Di tutto questo si parlerà nella seconda assemblea pubblica il 24 giugno al Campidoglio, dalle 16.30: portate pentole, strumenti musicali ed ogni altra cosa rumorosa che vi viene in mente!
E - per inciso - ora al governo della città abbiamo una donna! Cara sindaca, naturalmente sei invitata... e chissà che, prima o poi, non ci sarai davvero.
Nel frattempo, speriamo che prima o poi troverai anche il tempo di leggerti questa "lettera".
#faiqualcosadifemminista

martedì 14 giugno 2016

Stop femminicidi! assemblea pubblica a Roma, il 16 giugno

Giovedì 16 giugno 2016, alle 18, in Piazza dell'Immacolata (San Lorenzo) si terrà un'assemblea pubblica sul femminicidio organizzata dalla rete femminista IoDecido.


Una ‪#‎donna‬ viene uccisa ogni 2 giorni: solo da gennaio 2016 sono oltre cinquanta le vittime di ‪#‎femminicidio‬Questi i dati o, perlomeno, quelli che giungono alle cronache.

Di fronte a questo quadro sconcertante, le sole risposte che le istituzioni sanno dare, oltre la sempre cara invocazione di maggiori politiche securitarie, sono lo smantellamento dei centri antiviolenza e il continuo attacco agli spazi di donne autogestiti – unici presidi reali presenti nei quartieri e nei territori; fino, ed è il caso di Roma, alla diretta minaccia di sgombero degli stessi, a causa di quella delibera 140 che continua a mietere vittime tra i tanti spazi sociali e associazioni.



A rincarare la dose intervengono poi le quotidiane narrazioni, da parte di media e giornali, che confermano e alimentano ulteriormente un ordine sessista del discorso. Narrazioni che, secondo le leggi dello scoop a tutti i costi e dell'audience, senza pudore alcuno utilizzano le categorie e le tinte proprie dell'intrigo passionale: l'uomo diventa il malato, la vittima della propria passione (la amava troppo!) e la donna la colpevole del proprio destino, perché non ha denunciato – senza mai dire, tra l'altro, cosa accade normalmente a coloro che provano a denunciare.
Questa assemblea pubblica è aperta e invita tante e tanti; dai centri antiviolenza alla cittadinanza intera, a dire basta alla violenza di genere, per rispedire al mittente i racconti indegni che ne vengono dati, per costruire insieme una risposta radicale, forte, di massa a questa realtà drammatica divenuta ormai quotidianità. Non è più possibile andare avanti secondo la logica e i tempi dell'emergenza, non solo perché quest'ultima si è fatta normalità, ma anche e soprattutto perché è solo analizzando in maniera profonda le ragioni strutturali, sociali, culturali ed economiche che si nascondono dietro il fenomeno della violenza maschile sulle donne, solo avviando un lavoro capillare nelle città, nei territori, nelle scuole e nelle università che il problema può essere nominato e affrontato in tutta la sua complessità.
Le donne che ci stanno saranno invitate a organizzarsi per stare di fronte a ogni centro antiviolenza di cui venga minacciata la chiusura, a dichiarare che non accetteremo alcun bando pubblico volto a distruggere gli unici servizi reali esistenti per le donne vittime di violenza costruiti in anni e anni di esperienza, di radicamento nei territori e di condivisione. A difendere ogni centro con i nostri corpi: non ne vogliamo nessuno in meno, ma altri 10, 100, 1000.. Così come non vogliamo "più polizia" per le strade, ma rispetto per i nostri diritti e la nostra libertà. Iniziamo fin da subito a chiariare con forza che se questa è - come è - guerra contro le donne, le donne risponderanno.

sabato 11 giugno 2016

Lotta all'Aids, Tubercolosi e Malaria: il nuovo rapporto e le richieste al governo italiano

Aidos (Ass. italiana donne per lo sviluppo) e Osservatorio italiano sull’azione globale contro l’Aids presentano il rapporto “Il Fondo Globale: un’opportunità per l’Italia, una risorsa per le future generazioni” (pubblicato nell’ambito del progetto Increasing Italy’s commitment to the Global Fund to Fight Aids): Martedì 14 giugno, 11.30, Sala Stampa - Camera dei Deputati, via della Missione 4 


Fra i dati che emergono dal rapporto: dal 2002 al 2014, nei paesi in cui opera il Fondo Globale per la Lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria, sono state salvate più di 17 milioni di vite, mentre i decessi per Hiv, Tbc e malaria: sono diminuiti del 30% oltre 8 milioni le persone che hanno beneficiato del trattamento antiretrovirale (Art), oltre 13 milioni quelle che hanno ricevuto cure per la Tbc e 548 milioni zanzariere trattate con insetticida. 

Il Fondo Globale per la Lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria è lo strumento finanzario internazionale che dal 2002 dà una risposta concreta a tre epidemie che devastano le popolazioni più povere e emarginate del mondo. Coinvolgendo non solo governi e istituzioni ma anche la società civile, i privati e le comunità delle persone colpite dalle tre malattie, in questi decenni ha contribuito a una visione moderna della salute globale, attenta soprattutto alle fasce di popolazione più esposte e vulnerabili come donne e adolescenti. Dopo anni di azioni concrete siamo arrivati ad un punto cruciale: o si continua nel lavoro fatto oppure si rischia di vanificare i progressi fatti, specie nei paesi con più difficoltà di accesso a cure adeguate.. 
Il prossimo settembre avrà luogo in Canada la V° Conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale. L’Osservatorio italiano sull’azione globale chiede che l’Italia torni ad essere un paese leader fra i donatori internazionali, incrementi il sostegno alla salute globale con una dichiarazione di impegno finanziario per 200 milioni di euro per il periodo 2017-2019 e sostenga il rafforzamento della società civile, per consentirne il pieno coinvolgimento nei processi decisionali e nell’attuazione dei programmi di lotta contro le epidemie. 
Aderiscono : Actionaid • Aidos • Amref Health  Africa •  Ccm • Cestas • Cesvi • Coopi • Cospe • Medici con l’Africa • Cuamm • Medicus Mundi Italia • Iscos • Weworld • World Friends

Richieste di accredito a press.osservatorioaids@ong.it entro lunedì 13 giugno, h 15. 

mercoledì 1 giugno 2016

2 giugno contro il femminicidio: a Roma, in via della Magliana 1125, ore 10. A Latina, in Piazza del Popolo ore 10,30

2 giugno 2016: le donne scendono in piazza in varie città d'Italia per gridare la rabbia contro la violenza sulle donne e chiedere impegno e soluzioni per cambiare la cultura maschilista che ci travolge e danneggia tutte e tutti.
Un flash mob diffuso, e ovunque possibile, per rompere l'indifferenza e chiedere a tutti e tutte, ma soprattutto alle donne delle istituzioni, di mettersi in gioco proponendo interventi che vadano oltre l'emergenza.



Tutte le info sulla pagina fb degli eventi.
Roma, davanti al ristorante la Tedesca in via della Magliana 1125, ore 10
- Latina, in Piazza del Popolo ore 10,30