Contro la decisione del Comune di Roma di chiudere i centri antiviolenza la Rete IoDecido torna in piazza: per rispondere colpo su colpo, essere sempre accanto ad ogni donna che subisce ingiustizie – come Rosa, stuprata da un militare a l’Aquila ad esempio, come Sara Di Pietrantonio, uccisa dall’ex, come tutte quelle che subiscono quotidianamente violenza in casa, sul lavoro, nelle strade.
Come tantissime donne in questo momento, anche la Rete Io decido concorda sulla necessità e l'urgenza politica di fare della violenza di genere il terreno di intervento sul medio/lungo periodo per provare a costruire insieme una risposta adeguata e all'altezza dei tempi che viviamo, capace di uscire dalla logica dell'emergenza e in grado di articolare anche delle proposte concrete. La priorità è quella di non far fermare nemmeno per un giorno i servizi antiviolenza a rischio chiusura,
di contrastare la logica dei bandi e della delibera 140 che vogliono fermare le attività a tanti spazi sociali a Roma. Ma le donne vogliono anche molto di più: la rete Io decido chiede l’apertura di uno spazio delle donne, di servizi antiviolenza in ogni municipio della città. Per questo ha deciso di partire da quell’assemblea in piazza dell’Immacolata a San Lorenzo, lo scorso 16 giugno, per avviare un percorso articolato, una campagna pubblica e inclusiva, per dire basta a violenza e discriminazione; con momenti di incontro nazionali, mobilitazioni e assemblee, con l'obiettivo di mettere insieme intelligenze, saperi, rabbia e desideri per costruire una piattaforma che porti, il prossimo 25 novembre, ad un grande corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne.
di contrastare la logica dei bandi e della delibera 140 che vogliono fermare le attività a tanti spazi sociali a Roma. Ma le donne vogliono anche molto di più: la rete Io decido chiede l’apertura di uno spazio delle donne, di servizi antiviolenza in ogni municipio della città. Per questo ha deciso di partire da quell’assemblea in piazza dell’Immacolata a San Lorenzo, lo scorso 16 giugno, per avviare un percorso articolato, una campagna pubblica e inclusiva, per dire basta a violenza e discriminazione; con momenti di incontro nazionali, mobilitazioni e assemblee, con l'obiettivo di mettere insieme intelligenze, saperi, rabbia e desideri per costruire una piattaforma che porti, il prossimo 25 novembre, ad un grande corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne.
Una piattaforma che si generi a partire dai percorsi già intrapresi e che per tutto il resto si organizzi formando gruppi di studio, così da poter elaborare assieme le nostre richieste, tra le quali nominiamo la revisione codice rosa, revisione-aggiornamento della legge sul femminicidio, l’integrazione degli strumenti contro la violenza sulle donne con quelli di aiuto al reddito, al lavoro e all’alloggio. Interventi educativi e di formazione, la revisione dell’ ambito giudiziario/legislativo sia penale che civile (che spesso colpevolizza le donne); la comunicazione e la narrazione della violenza di genere nei media e non solo: su questo ci siamo dette di avviare un lavoro capillare di scardinamento delle retoriche dominanti, immaginando anche delle azioni forti capaci di prender parola in maniera determinata.
Di tutto questo si parlerà nella seconda assemblea pubblica il 24 giugno al Campidoglio, dalle 16.30: portate pentole, strumenti musicali ed ogni altra cosa rumorosa che vi viene in mente!
E - per inciso - ora al governo della città abbiamo una donna! Cara sindaca, naturalmente sei invitata... e chissà che, prima o poi, non ci sarai davvero.
Nel frattempo, speriamo che prima o poi troverai anche il tempo di leggerti questa "lettera".
#faiqualcosadifemminista
E - per inciso - ora al governo della città abbiamo una donna! Cara sindaca, naturalmente sei invitata... e chissà che, prima o poi, non ci sarai davvero.
Nel frattempo, speriamo che prima o poi troverai anche il tempo di leggerti questa "lettera".
#faiqualcosadifemminista