mercoledì 27 febbraio 2013

Ripartiamo dallo Tsunami 2013, con nuovo fiocco rosa nella rete-blog

Lo tsunami c'è stato, più prevedibile di quanto vadano dicendo in tanti. Bene, ripartiamo da qui. C'è molto di che riflettere. Oltre a quelli noti sull'inedita configurazione delle forze in Parlamento, il primo dato che ci interessa è: quante donne? e quali? Perciò abbiamo fatto subito i conti: quante donne in Senato, quante alla Camera, quali percentuali, quante a seconda delle forze politiche, quante erano prima, e dunque quali sono gli incrementi. Trovate tutto a questo post.
Altri dati che ci interessano molto, sono quanti e quali gli impresentabili (per usare un termine eufemistico) siedono ancora in Parlamento. E su tutto la grande domanda: quali alleanze si creeranno, e verso quali direzioni, adesso? E soprattutto: in tutto ciò, cosa faranno le donne?
La nostra rete-blog, sull'onda dei risultati elettorali, si è arricchita di un nuovo "punto nevralgico": un altro spazio politica femminile che va oltre le "regioni", in modo di poter essere comune a tutte, nato apposta per ospitare gli interventi di tutte le donne interessate a dare contributi: non solo blogger o politiche, ma anzi (oltre a queste!) il più possibile donne che non abbiano altri luoghi pubblici per esprimersi. Scriveteci qui: politicafemminile@gmail.com e i vostri pezzi saranno pubblicati.

sabato 23 febbraio 2013

Le donne sostengano le donne: contro la lobby-ombra maschile che le esclude

Paola Diana interviene qui, a nome di Accordo Comune per la Democrazia Paritaria, sul tema della democrazia interna ai partiti, ricordando alle politiche, e alle elettrici, che è necessario sostenersi a vicenda, attivamente e trasversalmente, per contrastare quella "lobby-ombra" al maschile che non è affatto un'invenzione: esiste, e opera efficacemente per sbarrare il passo alle donne in politica.

Vota donna! Per cominciare.

Beninteso: le donne non sono un io indistinto. Esattamente come gli uomini: ognuna ha un'idea, una visione della società, del mondo, dei rapporti unica. Non esiste soluzione ai problemi e alla crisi che possa andar bene a tutte come a tutti. Ma tutte, da tempo siamo riuscite a far crescere nell’opinione pubblica l’idea che un mondo e le istituzioni, senza le donne, le loro idee, il loro contributo non possono rinnovarsi, cambiare, riallacciare quel dialogo e ascolto necessario. I partiti ne hanno preso atto e, soprattutto, non possono più prescindere dagli impegni per la democrazia paritaria a cui le pressioni delle donne li hanno condotti. Nelle liste di tutti, dunque, più che in passato, le candidate ci sono. E sono molte; anche se molte ancora in posizioni di facciata.


Qualche partito ne farà eleggere di più, altri meno, scegliendo la via furbesca di candidarle senza eleggerle. Le elettrici e gli elettori, col sistema del porcellum, potranno fare poco.  Ma nelle tre Regioni, Lombardia, Lazio e Molise, chiamate a rinnovare consigli e governi regionali, la preferenza, anche se unica, c’è. Sappiamo tutte che lo scontro per il governo di queste tre regioni è uno scontro maschile.
Ma nei consigli regionali saranno le elettrici e gli elettorali a decidere chi dovrà rappresentarli. Invitiamo dunque non solo le donne, ma anche gli uomini stanchi come noi di vedersi rappresentanti da un solo genere, a dare il voto di preferenza ad una donna.
A quella che per appartenenza politica, per battaglie di genere, per impegno politico e sociale sentiamo più vicina, più affidabile e capace.
Sono molte, hanno con coraggio e passione accettato una grande sfida e meritano l’appoggio di tutte e tutti!
Per questo siamo convinte che l’appello a votare donna oggi sia importante ed è tutt’altro che il solito appello in nome del politically correct.
Prima di entrare nel seggio leggiamo bene le liste delle donne che si candidano per le Regioni; alcune si presentano e si raccontano anche qui, sul nostro blog Politica Femminile Lazio, e qui, su Politica Femminile Lombardia.  Appoggiamole e votiamole. Perché - anche se non tutte le donne sono all'altezza delle nostre aspettative - solo con più donne in politica, la politica ritroverà quel doppio sguardo di cui c’è un grande bisogno. 

Giusy Campo e Silvana De Nicolò

Movimento 5 Stelle: l'agricoltura sociale e le donne
Ciao; siamo Giusy Campo e Silvana De Nicolò, candidate alla Regione Lazio con il Movimento 5 Stelle, e vi vogliamo parlare di agricoltura. Perché in Europa è molto diffusa un'agricoltura nuova e molto al femminile. Si tratta dell'unione fra agricoltura e terapia e inclusione sociale. Si tratta di piccole aziende agricole gestite da privati che ospitano a fini terapeutici e di recupero malati di alzheimer, ex tossicodipendenti, alcolisti, ludopatici... Persone che possono trarre giovamento dal rapporto con la natura e il lavoro agricolo per recuperare un rapporto positivo con la se stessi e la socialità e che vengono quindi inserite in un percorso terapeutico all'interno della fattoria. Queste attività terapeutiche, a seconda della patologia sono complementari alle terapie farmacologiche o psicoterapeutiche e in alcuni casi sono sufficienti di per sè a porre i soggetti in un percorso di guarigione. Sono attività terapeutiche che rientrano in piano di cura elaborato da equipes di medici, psicologi, assistenti sociali che possono poi monitorare i progressi dei pazienti. In Italia l'agricoltura sociale è ai suoi primi passi, diffusa soprattutto nelle regioni ove vi sono progetti e incentivi a questa forma imprenditoriale che coniuga il settore privato a quello della sanità e dei servizi sociali pubblici, mediante l'offerta di servizi che sul medio e lungo termine possono comportare una riduzione della spesa sanitaria in termini di ospedalizzazione e terapie farmacologiche. In Italia le donne si sono dimostrate particolarmente interessate e attive in questo settore per la loro naturale inclinazione all'accoglienza, alla cura e al rapporto con la natura e l'alimentazione. All'interno del Movimento 5 Stelle, nell'elaborazione del programma regionale per il Lazio, abbiamo inserito la possibilità di incentivare e regolamentare in modo più chiaro questa attività che può rappresentare un'opportunità occupazionale soddisfacente e di grande impegno sociale per le donne.
Giusy Campo e Silvana De Nicolò, candidate al consiglio regionale del Lazio

mercoledì 20 febbraio 2013

Tatiana Campioni: intervento alla Casa Internazionale delle Donne

Ieri affollatissimo incontro alla Casa Internazionale delle Donne con la candidate al Consiglio regionale del LazioQuesto il mio intervento:
"La verifica di una  politica è molto semplice: se produce buoni risultati, se migliora la qualità della vita delle persone è una buona politica altrimenti non lo è.
A leggere il rapporto ISTAT che grazie a Linda Laura Sabatini contiene un capitolo consistente sulle condizioni delle donne in Italia o i dati della Regione Lazio sull'occupazione femminile e sull'età media delle donne che partoriscono la prima figlia o il primo figlio (la più alta in Italia) possiamo dire con forza che al governo del Paese e della nostra Regione c'e stata una pessima politica.
Allora cosa si può fare per cambiare ?
Innanzitutto non dobbiamo limitarci a curare i sintomi, ma occorre estirpare il male e oggi il male assoluto è che mancano le donne nei posti  dove si stabiliscono i criteri e le priorità.
Dobbiamo imparare a governare in fretta questo nostro Paese, perché non possiamo più delegare a nessuno le risposte alle nostre necessità. Per questo come movimento delle donne ci stiamo battendo per avere il 50 e 50 in tutte le sedi dove si decide.
Non si tratta di quote rosa ma della ricerca di un  equilibrio.
Una società di uomini e donne deve essere governata da uomini e donne. Due sguardi, due esperienze, due storie differenti possono fare un buon insieme per governare meglio.  La presenza delle donne non serve solo a noi ma serve al Paese.
E' chiaro che la battaglia sarà dura perché le donne non si aggiungono, ma sostituiscono gli uomini e se vogliamo ridurre i costi della politica anche attraverso la riduzione del numero di parlamentari e di consiglieri per ogni donna che entrerà dovranno uscire non un uomo ma 4, 5 e anche di più .
È vero questa volta ci sono più donne nelle liste elettorali rispetto ad altre elezioni. Ci siamo battute molto per questo, nessuno ci ha regalato niente. Spero che molte donne saranno elette e  che le donne voteranno una donna, ma ciò che spero di più è che le donne elette rimangano donne anche a costo di disubbidire ai propri capi partito.
Le donne elette devono mantenere il proprio linguaggio, il proprio sguardo, la propria creatività', devono far valere i propri bisogni, le proprie esigenze, devono portare nella politica la vita delle persone, quella vera, quella che abbiamo visto nelle testimonianze raccolte nel video realizzato da SNOQ? " Un paese per donne: le parole per dirlo".  Non  si devono far relegare o peggio relegarsi ad occuparsi solo di politiche di genere. Questo è quello che vogliono gli uomini. Al contrario dobbiamo essere consapevoli che per cambiare ciò che ci riguarda direttamente, c'è bisogno di cambiare profondamente la società intera, di cambiare le priorità, i criteri.
Voglio farvi un esempio. Se chiediamo ad un uomo cosa intende per grande opera sicuramente risponderà che le grandi opere sono i ponti, i viadotti, le gallerie, le autostrade.
Per me una grande opera è la cura del nostro territorio, del nostro immenso patrimonio storico, artistico, archeologico,paesaggistico che è la nostra identità, il bene più prezioso che appartiene a tutte e a tutti, è la garanzia per la ripresa del Paese, per i suo sviluppo socio-economico.
Per me una grande opera è la messa in sicurezza delle scuole, degli ospedali è l'impegno a eliminare il degrado dei centri storici, la tristezza delle periferie. 
Sono criteri completamente diversi. 
Roma è la  città più bella del mondo, ma è la capitale meno curata del mondo e l'ultimo scempio che vogliono fare a Via Giulia ne è la testimonianza. 
Sto organizzando una mobilitazione di cittadini e associazioni per impedirlo e spero di trovare in voi molte alleate."
Tatiana Campioni




Claudia Di Pietro su Sanità, salute, ambiente

Sanità per la salute: diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività.
La sanità che serve è quella che ci prende per mano alla nascita, ci assegna un fascicolo elettronico e ci segue, sorvegliando il cammino della nostra crescita, del nostro diventare madre, e ci accompagna verso una vecchiaia di autosufficienza. E quando al termine della vita ne avremo necessità, ci sarà accanto con la migliore assistenza professionale, fatta d’umana solidarietà.
Contro ogni spreco effettuato sulle risorse destinate alla salute delle persone ecco alcune proposte per avvicinarci al modello della sanità che serve.
Per avere più vicini a noi ospedali, ambulatori e centri ad alta specializzazione. Pensiamo a…:
  • Sviluppare la rete di servizi ambulatoriali, di assistenza domiciliare per anziani, disabili e malati cronici.
  • Aumentare i centri di guardia medica con l’uso di strumenti di telemedicina e teleassistenza e coordiniamoli con le strutture di emergenza sanitaria.
  • Trasferire le competenze acquisite dalle strutture di alta specializzazione in zone sprovviste  (es: l’ospedale Rizzoli di Bologna apre una sede secondaria in provincia di Palermo e ottiene ottimi risultati).

Per avere ospedali e ambulatori in grado di accoglierci come pazienti nel più breve tempo possibile (tempi accettabili per le liste d’attesa). Cerchiamo di organizzarci meglio e pensiamo a… :
  • Realizzare una rete di strutture sanitarie, ospedali e ambulatori, che collaborano condividendo le informazioni e non sono in concorrenza.
  • Valutare una struttura sanitaria consultando dati e risultati sulla cura dei pazienti.
  • Usare il fascicolo sanitario elettronico come un Diario del paziente con cui puoi far conoscere i dati sulla tua salute ogni volta incontrerai un medico.
  • Rendere più facile prenotare le prestazioni non solo allo sportello e via telefono, ma anche con sms, e-mail, sul sito internet o nelle farmacie, dal medico di base, con punti di prenotazione nei centri commerciali, o direttamente dal Pronto soccorso per tutti i casi in cui non è previsto il ricovero ma un successivo controllo.
  • Aprire gli ambulatori 16h o 18h al giorno ad accesso diretto per le prestazioni più comuni come ad esempio gli esami del sangue, lastre al torace o visite specialistiche.
  • Prescrivere farmaci con la ricetta elettronica, che potrà essere inviata direttamente alla farmacia indicata dal paziente.
Per controllare come spendiamo i soldi della Sanità e ridurre le spese, contro sprechi e corruzione, chiediamo alle strutture sanitarie di:
  • Certificare e registrare i bilanci di tutte le strutture, incluse le classificate e le private convenzionate nel principio di massima trasparenza.
  • Scegliere, attraverso società per la selezione del personale, dirigenti delle ASL e degli ospedali che siano competenti e imporre loro verifiche ogni quadrimestre.
  • Fare il controllo di gestione in tutte le strutture del SSN, pubbliche classificate e private convenzionate.
  • Fare gruppi di acquisto per risparmiare sulla fornitura di farmaci, di presidi sanitari, di beni e servizi.
  • Mettere dei limiti di spesa concordati per i compensi dei consulenti e dei dirigenti.
  • Sviluppare programmi di prevenzione a partire dalle scuole, dai luoghi di lavoro, dalla medicina di genere.
  • Leggere e studiare i dati raccolti negli anni per programmare i servizi sanitari del futuro in base alle necessità delle persone.
Per migliorare la Ricerca Scientifica cerchiamo di:
  • Rendere indipendenti dal sistema gli IRCCS, che hanno importanza fondamentale nel SSN e sono unici, ma obbligarli a trasferire nel sistema le conoscenze, le innovazioni, i protocolli individuati e a valutare la qualità dell’assistenza da questo erogata.
  • Finanziare con risorse pubbliche gli IRCCS, anche se privati, valutandone il merito rigidamente in funzione di un‘adeguata produzione scientifica e della capacità di redigere progetti, ma rendendo pubblici e certificati i loro bilanci
  • Obbligare gli IRCCS ad avere un numero di personale interamente dedicato alla ricerca, con contratti di lavoro a tempo indeterminato e che rispettino la dignità dei lavoratori e ne riconoscano le conoscenze e la professionalità acquisite sul campo.
Per favorire la salute della persona pensiamo anche a curare l’ambiente e a renderlo sano per avere la Regione più Verde d’Europa

Claudia Di Pietro

Non avere interesse per la politica è come dire di non avere interesse per la vita… (R. Benigni)
Ciao, sono Claudia Di Pietro candidata alla Regione Lazio nella lista del PD. Lavoro nella sanità e sono esperta di sistemi informativi (per inciso: con l’On. Antonio Di Pietro, che non conosco e comunque saluto, condivido solo il cognome, come lui stesso potrà confermare).
Rappresento i lavoratori come delegata sindacale della CGIL e l’esperienza acquisita mi ha aiutata a riconoscere i veri motivi della difficile vertenza dell’IDI, ospedale in  cui sono dipendente da circa venti anni.
L’azione, urgente e responsabile, per la sanità del Lazio deve essere mirata a eliminare gli sprechi legati alla corruzione dilagante e non al taglio dei servizi a scapito dei cittadini e del costo del lavoro a nostre spese.
Non possiamo arrenderci all’inesorabile vittoria di chi lucra alle spalle di noi pazienti-cittadini per dichiarare poi che il servizio sanitario nazionale e la ricerca scientifica non sono più sostenibili.
Non possiamo perdere le professionalità di tanti lavoratori di questo settore che rendono ai cittadini servizi di qualità, pur lavorando in condizioni di estrema urgenza e incertezza.
Sono nata nel ‘68 a Roma, non ho esperienza politica di partito, ma ho una spiccata sensibilità per i temi sociali e i diritti civili. Sensibilità che con mio marito Leonardo e mia figlia viviamo ogni giorno.
Ho deciso di candidarmi nelle liste del PD anche perché sono una mamma e ho il dovere morale di insegnare a mia figlia Francesca, che è importante lottare per i propri diritti e vivere in uno stato giusto. Il mio impegno politico è azione e non inerzia. E' passione civile e non indifferenza.
E' interesse pubblico di chi trova il coraggio di fare una libera scelta e difendere i diritti di tutti.
A tutti quelli che hanno criticato questa mia scelta dico: chi non vuole cercare quel coraggio, si lascia andare facilmente alla considerazione che l'impegno politico sia solo per tornaconto personale. Ma questo è l'inganno che noi, tutti, abbiamo il dovere di combattere. Chiedo il tuo voto  per l'agire urgente nella sanità del Lazio. 
Se ti ho convinto.. il 24 e 25 Febbraio 2013 sulla scheda VERDE barra il simbolo del PD e scrivi DI PIETRO.


Ma ricordati.. di NON confondermi con on. Antonio Di Pietro! Oltre che sul mio sito, mi trovi anche sulla mia pagina fb, e sul mio Cell. 3318513822 

martedì 19 febbraio 2013

Valentina Grippo

Ciao!
Sono Valentina Grippo capolista tra le donne per il Pd in Regione Lazio accanto a Nicola Zingaretti.
Sono nata a Roma nel 1971, città che amo e nella quale vivo con mio marito e con i miei tre figli. Mi sono laureata in legge (tesi in Diritto Civile con Stefano Rodotà) con 110 e lode alla Sapienza e da borsista Fulbright ho abitato negli Stati Uniti per 18 mesi per seguire un phd.
Tornata a Roma sono diventata la più giovane dirigente donna del terziario e ho continuato a lavorare nel settore privato e nell’ambito della pubblica amministrazione guidando progetti di innovazione e messa in efficienza della scuola pubblica.
Sono giornalista e docente universitaria e ho pubblicato molti saggi e articoli, per i quali ho ricevuto importanti premi e riconoscimenti.
Da più di vent’anni mi occupo di innovazione, information technology, formazione, cultura.
Sono Assessore alle Politiche Culturali, alla Scuola e all’Innovazione nel Municipio Roma III dal 2008. Dal 2009 sono Vice Segretario del PD Roma. Chiedo di darmi fiducia, e spero approfondirai il mio lavoro, perché..  il tuo voto, Vale!
Ti rimando dunque, di seguito, ai miei progetti e alle mie esperienze:
Cosa ho fatto nel PD
Oltre che nel mio sito, mi trovate sulla mia pagina facebook, e di seguito i miei contattiComitato newsgrippo@gmail.com • Tel. 3808981244 • Stampa federicavenni@gmail.com • Tel. 3496400245 • Web giovanni.valli@gmail.com

Claudia Fellus Pirani

Il mio nome è Claudia Fellus Pirani e sono candidata alle elezioni regionali del Lazio nella Lista Civica per Zingaretti. La mia è una storia differente, perché, come sa chi mi conosce, la storia della mia vita è differente.
Sono nata a Tripoli il 22 Gennaio del 1959, e al seguito della mia famiglia (il papà, la mamma e le due sorelle minori) siamo rocambolescamente fuggiti dalla Libia raggiungendo fortunosamente l’Italia, il 10 giugno 1967, nel bel mezzo del pogrom scatenato dagli arabi in occasione della Guerra dei Sei Giorni e della chiusura del Canale di Suez. Noi, come gran parte della minoranza ebraica, fummo aggrediti di sorpresa non solo da turbe inferocite di ignoti, ma, molte volte da parte di vicini di casa o di lavoro coi quali eravamo vissuti fino al giorno prima in confidenza se non in amicizia. Così sbarcammo a Roma, vestiti con gli abiti estivi e le maniche corte e nulla in mano. Ci venne a prendere la sorella di mio padre che viveva nella Capitale con cui avevamo passato tanti mesi di vacanze durante l’estate. Ci portò a casa sua, a piazza Vittorio, dove fummo sistemati in cinque nella stessa stanza di un appartamento disadorno. Quel giorno ricominciò la mia vita, con una nuova memoria, accompagnata però dalla percezione perenne che quando incombe il pericolo l’unica salvezza sta nella fuga . Vennero gli anni dell’adolescenza, le nuove scuole, nuovi compagni e amici, il ginnasio, il liceo, l’università, i corsi di studio all’estero. Nonostante le diversità, la scuola tende a integrare, generando un sostrato unico fatto di tante differenze. Degli anni del liceo, all’Avogadro, porto un ricordo bello, fatto di impegno e di azione. Quello dei ’70 fu, infatti, il decennio del confronto ideologico, delle lotte alle differenze di genere, con l’affermazione dei movimenti femminili. Poi l’impegno professionale in Italia e all’estero: ho visitato, lavorandoci, ospedali americani, israeliani, sono stata a Berlino, Londra e Minneapolis. Infine, una volta tornata a Roma, conobbi Mario Pirani. Un uomo differente per età, cultura, estrazione, punto di vista. Due anni più tardi divenne il mio compagno e, dopo ancora, mio marito, a certificare che due universi differenti tendono ad attrarsi, pur mantenendo, e a volte difendendo, la propria diversità. Questa, in breve è la mia storia, una storia differente. Quando nei giorni di festa vado alla sinagoga, seguo il mio rito liturgico, e aspiro il profumo di un mondo scomparso, sento gratitudine per la testardaggine di una generazione che non ha accettato di veder scomparire la propria cultura e le proprie tradizioni, con i suoi filoni un po’ ebraici, un po’ libici e ormai in gran parte anche italiani.
Il mio trentennale percorso nel mondo della sanità inizia nel ’78, quando mi iscrissi all’Università Sapienza di Roma, alla Scuola Superiore per Tecnici di Cardio Angio Chirurgia, per diplomarmi due anni dopo. Nel ’79 decisi però di partire per uno stage alla Tel Aviv University (Ospedale Tel Hashomer, reparto di Cardiologia e cardiochirurgia). Ci restai fino al 1982, anno in cui scoppiò la guerra tra Israele e Libano: dopo aver lavorato per un periodo come volontaria nell’ospedale che accoglieva i feriti, accettai come un segno del destino l’invito di un professore americano e mi trasferii negli Stati Uniti, in Minnesota, per un corso di specializzazione alla St. Paul University (Ospedale di Minneapolis). Fui poi invitata (1983) all’Università di Berlino per un corso teorico-pratico su “Ventricoli di assistenza meccanica e cuore artificiale”: un’esperienza straordinaria con uno dei pionieri europei del cuore artificiale, Emil Sebastian Bücherl.
Nell’84 fui chiamata dall’Hesperia Hospital di Modena come responsabile del servizio di assistenza meccanica, circolazione extracorporea e ultrafiltrazione. L’idea di tornare in Italia, dove era rimasta la mia famiglia, mi piaceva molto. In pochi anni, il mio sentirmi differente era stato messo a confronto con persone, luoghi, culture e comportamenti a loro volta molto diversi. Tutto – dolore compreso – aveva contribuito a rafforzare la mia identità e l’Italia tornò ad apparirmi come nel 1967 il punto certo. Proprio per queste ragioni, l’offerta di tornare alla Sapienza, nell’86, mi suonò come una sorta di approdo definitivo, dopo quella mia personale odissea. Vinsi un concorso pubblico universitario come operatore tecnico occupandomi del tirocinio degli studenti della Scuola Speciale per tecnici di cardiochirurgia dell’Università. Nello stesso periodo, organizzavo il servizio di circolazione extracorporea per le case di cura Villa Bianca. Come consulente della Terumo, una multinazionale giapponese, organizzai dei corsi teorico-pratici presso tutti i grandi ospedali italiani e le università, sul tema “Ossigenazione a membrana”. Nel ’94, a seguito di un grave incidente che mi costrinse a estenuanti pellegrinaggi in ospedali di tutta Europa, mi dimisi dal Policlinico Umberto I. Decisi perciò di impegnarmi sui temi che avevo approfondito e che amavo. Nel 1994 fui eletta consigliere della Comunità Ebraica di Roma e, nei primi quattro anni, ebbi il ruolo di vicepresidente e assessore alla vigilanza degli enti. Mi occupai in particolare del recupero dell’Ospedale Israelitico, allora commissariato. Organizzai spettacoli teatrali, conferenze, seminari, dibattiti e attività di fund raising per una associazione impegnata sui temi della pace in Medio Oriente: far crescere l’informazione e, ancora di più, la consapevolezza intorno ad ambiti problematici tanto presenti sul piano mediatico quanto non conosciuti su quello dei contenuti, era ed è per me un dovere morale.
Nel 2002 ho avviato una collaborazione, con Codice Cultura per l’organizzazione di eventi culturali come le Giornate dei Diritti Umani, evento che si è tenuto a Mantova nel 2003. Dal 2003 al 2005, ho collaborato con la Sigma Tau come responsabile del progetto “Malattie rare”, coordinando i rapporti con le associazioni dei pazienti e con gli altri organismi internazionali. Dal 2005 al 2009, ho avuto un contratto a tempo determinato con l’ASL Roma D e ho potuto dare vita a diversi progetti, legati tutti alla condizione della differenza. Il primo fu quello di accoglienza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Grassi, integrando competenze diverse (psicologi, assistenti sociali e mediatori culturali) con quelle mediche e paramediche tradizionali. A questo ne seguirono altri, incentrati sulla relazione e l’assistenza agli stranieri: dalla mediazione culturale alla costruzione della “Casa della Salute della Donna e del Bambino”; dalla costituzione di “Osservatori per la tutela dei diritti e lo sviluppo della partecipazione”, che operano in ambito distrettuale, alla creazione di un Tavolo permanente con il Tribunale dei diritti del Malato. Sono diventata poi la responsabile del progetto Audit Civico, promosso dalla Regione Lazio in collaborazione con “Cittadinanza Attiva” e ho programmato e organizzato le conferenze dei servizi. Dal 2009 al 2011, con l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, ho collaborato ad un progetto incentrato sulla ricerca attiva della tubercolosi nei migranti, finanziato con fondi europei e alimentato da contributi provenienti da diverse ONG che operano nel territorio col mondo delle migrazioni. I risultati di questo lavoro stanno per essere pubblicati in una rivista internazionale e sono comunque stati presentati in Congressi nazionali ed internazionali. Il mio ultimo incarico, in termini di tempo, è all’Istituto dei Tumori di Roma (il Regina Elena presso gli IFO), dove mi occupo di accoglienza dei pazienti e umanizzazione dei servizi. E ora desidero occuparmi della nostra Regione.
Seguitemi anche su Facebook e Twitter; oppure  scrivetemi, qui: comitato@claudiafelluspirani.it

lunedì 18 febbraio 2013

Flavia Leuci

Sono Flavia Leuci e mi candido per contribuire con Zingaretti a voltare pagina nel Lazio: per costruire una regione libera.
Perché è di una Regione Libera che abbiamo bisogno. Libera dalla corruzione, dagli sprechi e dagli inciuci di potere che i cittadini, anche economicamente, hanno pagato sulla loro pelle. Una Regione solida e efficiente, lontana dagli imbrogli e dalle caste, dove si lavora per migliorare la qualità della vita e i servizi ai cittadini.
Una Regione Libera dai rifiuti. Ci siamo riusciti in Provincia di Roma, dove ho fatto il consigliere, e si può fare nel Lazio. Serve una strategia che riduca i rifiuti, aumenti progressivamente, con il porta a porta, la raccolta differenziata. Bisogna riutilizzare i rifiuti per produrre materia prima ed energia. Il rifiuto così diventa risorsa e può costare meno sulle bollette che pagano i cittadini.
Una Regione Libera dal cemento. Una Regione che sappia dire No a nuove speculazioni edilizie, al consumo mercantile del suolo, al piano casa della Polverini e allo stesso tempo promuova la riqualificazione del territorio e del patrimonio immobiliare pubblico e privato puntando sulla sostenibilità degli interventi e sulle rinnovabili.
Una Regione che valorizzi le sue ricchezze naturali, rilanciando ruoli e funzioni delle aree protette. Una Regione che punti sulle sue bellezze: culturali, storiche, ambientali, territoriali. Un bene comune che tutto il mondo ci invidia e che, difendendolo e valorizzandolo, diventa perno essenziale di uno sviluppo di qualità. E’ in questo modo che si aiutano il turismo e l’agricoltura.
Una Regione che punta sul lavoro e che sia libera dalla disoccupazione. La Regione ha gli strumenti e i fondi per sostenere le imprese che puntano all’innovazione e alla qualità.
Una Regione libera dalle auto. In cui i treni funzionano, si integrano con gli altri mezzi di trasporto, aiutano i pendolari e non sono l’incubo da superare ogni giorno. Una Regione in cui le merci vengono trasportate tutte su ferro, una Regione in cui le imprese non devono pagare anche la tassa della mancanza di infrastrutture.
Una Regione dove la sanità è libera e pubblica. Abbattere i tempi di attesa per le prestazioni, creare una rete di ospedali funzionale alle esigenze del territorio, investire sull’assistenza territoriale per evitare di intasare i pronto soccorso. Assicurare a tutti i cittadini un’assistenza di qualità, a Roma e nelle Province. No ai tagli indiscriminati della Polverini, sì a controlli sulla qualità delle prestazioni, riduzione del numero delle Asl, nomine trasparenti per dirigenti e primari.
Infine una Regione Libera dai pregiudizi. Una Regione in cui si prende atto che non esiste più solo “la famiglia”, ma esistono “le famiglie”. Parità di diritti, dunque, fra coppie sposate e coppie di fatto. Parità concreta, intanto, nell’accesso ai fondi regionali.
Una Regione dove la parità fra uomo e donna non è uno slogan, ma una pratica quotidiana, a partire dai dirigenti delle società pubbliche. Una Regione dove gli immigrati non sono respinti, ma sono semplicemente cittadini.
Questo non è il libro dei sogni ma una visione del nostro futuro, diverso per noi e per i nostri figli. Per tutto questo, insieme al Pd e a Zingaretti, mi impegnerò e mi batterò. Lo farò insieme a tutti voi.



Chi sono
Sono nata a Roma nel ’55, sono sposata con Enzo e ho una figlia, Laura. Da sempre schierata a sinistra, il mio impegno in prima persona nasce negli anni ’80, con la battaglia per l’apertura dei consultori e la mia partecipazione negli organismi collegiali della scuola, aperti per la prima volta a genitori e studenti con i decreti delegati del ’74.
Un impegno che nasce dal basso ed è proseguito con la mia elezione come consigliere della X Circoscrizione di Roma nel 1985. In Circoscrizione, dove sono stata rieletta nel 1989, mi sono occupata di scuola, cultura, sport, lavori pubblici e urbanistica.
Nel 2003 sono stata eletta in Provincia, con Enrico Gasbarra. Qui ho continuato ad occuparmi di questi temi e sono stata nominata presidente del comitato Pari opportunità. Nel 2008 sono stata rieletta con Nicola Zingaretti.
In questo periodo, dal 2006 al 2008, sono stata anche assessore ai Lavori pubblici del X Municipio.
All’impegno nelle istituzioni ha sempre affiancato il lavoro nel partito, dal PCI, ai DS alla fondazione del Partito Democratico. Ho guidato la sezione Anagnina Tuscolana dei DS dal 1992 al 2004, attualmente faccio parte della direzione romana del PD, partito di cui sono stata vicepresidente regionale dal 2009 al 2011. Ho fatto parte anche della prima assemblea nazionale del PD, eletta alle primarie del 2007.
Diritti, lavoro, ambiente, riqualificazione della città e in particolar modo della periferia, parità vera e non formale fra uomini e donne. Questi sono i temi su cui mi sono sempre impegnata e su cui continuerò a lavorare, insieme a voi, anche alla Regione Lazio.

Grazie a tutte per questo bello spazio!!!!
Vi aspetto, per conoscerci meglio, non solo sul mio sito, ma anche sulla mia pagina facebook. Se volete scrivermi, cercatemi qui: mail: comitatoleuci@gmail.com • twitter: @flavialeuci #conflavia

domenica 17 febbraio 2013

Imma Battaglia

Sono Imma Battaglia, candidata nella Lista Civica per Zingaretti alla Regione Lazio.
Perché mi candido
Perché vorrei mettere a disposizione della società civile la mia grande esperienza professionale e sociale ed il mio profondo senso di responsabilità per contribuire a ricostruire la “politica” sui valori che hanno caratterizzato da sempre la mia vita: lavorare con onestà, trasparenza e rispetto delle regole per ridurre i costi della politica e per restituire alle persone i loro diritti e soprattutto quella cittadinanza onoraria che si chiama dignità, intesa come diritto alla salute, al lavoro e alla speranza nel futuro.

Perché con Zingaretti
Ho conosciuto Nicola nel 1998. Umile, sognatore, libero, giovane innovatore dalle idee coraggiose: con il suo grande spirito riformista, ha sempre percepito l’importanza del rinnovamento in politica e nella vita. Ma non ha mai forzato i tempi in maniera aggressiva, pur restando attivo e presente nei processi. Si é dimostrato capace di una politica seria e non urlata, rispettosa dei tempi che il cambiamento a volte richiede.
zingaretti-imma-battaglia01
Da lui mi sono sempre sentita accolta e sostenuta e oggi mi riconosco nel suo percorso, nel suo lavoro quotidiano per il cambiamento, nella sua fede in una politica di impegno serio a servizio dei cittadini. Leale e diretto, Nicola Zingaretti è rimasto la persona che ho conosciuto e che merita, per valore, onestà e forza delle idee, di poter lavorare per una Regione Lazio con una nuova vocazione allo sviluppo e al benessere delle persone.

I miei valori
L’etica pubblica è il valore più importante su cui si reggono le istituzioni. Per un ritorno della buona politica a servizio delle persone intendo mettere in campo severe azioni di controllo sul finanziamento ai partiti in linea con il modello tedesco; operare un generale rinnovamento della dirigenza nei ruoli pubblici valorizzando competenze e merito; obbligare al pensionamento secondo le regole del Paese con sistema contributivo; abolire i vitalizi.
La mia esperienza
Storica attivista lgbt, presidente (dal 1995 al 2000) del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma, nel 1994 ho partecipato all’organizzazione del primo Gay Pride italiano e a luglio del 2000 realizza a Roma il primo World Gay Pride, che conta oltre un milione di persone. Nel 2001 ho fondato l’associazione di promozione sociale Di’Gay Project, con il fine di realizzare attività, campagne, progetti di volontariato in difesa dei diritti umani, contro ogni forma di discriminazione. Attualmente ricopro l’incarico di presidente. Nello stesso anno, con alcuni collaboratori, ho dato vita al Gay Village, che in poco tempo diventa uno dei riferimenti della comunità gay e dell’estate romana e che nel 2011 merita il Best Event Awards, il premio assegnato dall’Agenzia della Comunicazione ai migliori eventi organizzati in Italia. Promotrice di molteplici iniziative dedicate al sociale, con particolare sensibilità per il mondo giovanile, prendo parte attivamente al dibattito politico pubblico attraverso dichiarazioni, interventi e articoli in rete e sulla carta stampata, consultabili sul sito internet www.digayproject.org.
Per quanto riguarda la formazione e la carriera lavorativa, sono laureata in matematica; impiegata dal 1983 nel settore ICT, attualmente sono dirigente della Meware srl, azienda specializzata in SOA, BPM e Business Analytics.
Oltre che sul mio sito, vi aspetto per conoscerci meglio sulla mia pagina Facebook.
Grazie per l'ospitalità su questo blog!
Imma 

martedì 12 febbraio 2013

Maurizia Onori

Innanzitutto ringrazio  le ideatrici di questo blog per questa possibilità!
Mi chiamo Maurizia Onori (e questo è il mio blog personale); ho 32 anni e sono nata a Marino ma cresciuta a Nettuno, dove ancora vivo. Sono candidata per la prima volta come Consigliere alle elezioni  Regionali del Lazio nella lista SEL per Zingaretti.
Da quando avevo quindici anni, ho cominciato a frequentare la scuola superiore a Roma e da quel momento a oggi sono sempre stata una pendolare.
Mi sono Diplomata come Perito Aeronautico e preso il brevetto di pilota, laureata con il vecchio ordinamento in lingua e letteratura araba con specializzazione in storia dell’arte. Dopo aver perfezionato l’arabo vivendo diversi mesi tra Tunisia Egitto e Siria ho iniziato uno stage al Museo Nazionale d’Arte Orientale, e aperto un Associazione che lavorava nella didattica tra museo e scuole.  I temi erano sempre rivolti a una sensibilizzazione alle altre culture e all’integrazione.
Nel frattempo il mio interesse all’arte e in particolare alle architetture si era intensificato. Stando in contatto con le realtà museali ci si rende conto quanta storia, conoscenza, cultura siano racchiusi negli oggetti storici che conserviamo; il passaggio dal semplice interesse alla necessità di approfondire e avere un ruolo più attivo a riguardo mi portò a iniziare la scuola di specializzazione in Restauro dei Monumenti a Roma. E lì scoprii la possibilità di rendere pratico il bisogno di salvaguardare pezzi di storie culture racchiuse tra i mattoni dei monumenti. Allo stesso tempo sono diventata guida turistica per Roma e provincia, lavoro che permette a sua volta di condividere e svelare il nostro fantastico patrimonio culturale e naturale.
A seguito dell’ottenimento di una borsa di studio ho trascorso 2 anni a Londra, come ricercatrice e volontaria.
Tornata in Italia ho iniziato a lavorare per diversi progetti legati all’arte e  al restauro. Ma mi sono di nuovo interfacciata con una realtà, dove la regola è la mancanza di etica e una propaganda di pessimismo che ormai regna in tutti i campi lavorativi in Italia.
Nel mio percorso non si evince un attivismo politico o meglio politicizzato ma in ognuna delle mie esperienze mi sono trovata a lottare per i diritti dei pendolari , per i diritti degli studenti e studentesse, per i diritti degli immigrati ed ora come lavoratrice contro un precariato assurdo e una totale mancanza di considerazione e riconoscimento.
Disgustata dal degrado che ci circonda ho decisione di essere parte attiva, pratica di quel cambiamento di cui abbiamo bisogno nell’immediatezza.
Legalità, partecipazione e trasparenza dovrebbero essere le parole chiave.
Il mio programma si articola sui temi dell’integrazione, sul diritto allo studio, sulla famiglia sulla conservazione e rivalutazione del patrimonio artistico culturale e naturale, sulle modernizzazioni dei sistemi informatici e quindi sulla capacità di offrire servizi di qualità.
Sono contro ogni forma di Violenza! Quella sui bambini, che va dai casi eclatanti di pedofilia  a quelli, meno gravi ma perpetrati nella quotidianità, come la mancanza di scuole capaci di offrire i servizi più elementari; la violenza sulle donne quella domestica e di stupro e quella psicologica legata al fatto che ancora nel 2013 non solo non ci sia una parità di diritti ma che ci è stata tolta ogni forma di dignità e quindi di rispetto; la violenza contro gli immigrati che ancora vengono visti come una minaccia invece di rappresentare una ricchezza.