Di Giulia Rodano
Permettetemi di motivare qui
la mia dichiarazione di voto. Perché credo che anche questa volta si debba e si
possa votare. Io voterò “L’altra Europa con Tsipras”.
Mi è anche venuta la tentazione
di non andare a votare in queste elezioni. Nessuna delle proposte in campo, in
particolare quella del PD di Renzi e quella del Movimento 5Stelle mi sembrano
convincenti.
Si vota per il Parlamento europeo
per la prima volta da quando è esplosa la crisi economica e le decisioni
europee sono diventate così importanti per la nostra vita. Eppure in realtà
nessuna delle grandi forze politiche ne parla. Pd e Movimento 5Stelle sembrano
più impegnati ad andare a una sorta di resa dei conti, su chi potrà dominare il
futuro del Paese.
Ma oggi la posta in gioco è
un’altra. Ed è un’altra soprattutto per noi donne.
Anni di politiche di
austerità hanno peggiorato la vita delle donne, la hanno resa più faticosa e
insicura.
Hanno allungato a dismisura e
improvvisamente l’età della pensione, ma non hanno reso più facile lavorare né
tenere insieme lavoro e maternità.
Le nostre figlie hanno di
fronte un cammino fatto di precarietà e incertezza, n cui sono stati messi in discussione
conquiste e diritti per cui abbiamo combattuto e che ritenevamo ormai
acquisiti. Basta pensare che ancora abbiamo a che fare con lo scandalo delle
dimissioni in bianco. Una conquista del 1971, il non essere licenziate per
maternità è diventato incerta, messa in discussione, contestata.
Persino la legge 194 sull’interruzione
volontaria di gravidanza è stata messa a rischio dal combinato disposto della
crescita esponenziale dell’obiezione di coscienza (nella mia regione arriva al
90%) e dei tagli alla sanità e in tanti posti non si riesce più ad applicarla.
Queste sono le conseguenze
delle politiche di austerità, promosse, sostenute e applicate da tutti i
governi europei.
E queste politiche non hanno
risolto la crisi, hanno solo creato povertà e ingiustizia. E di questa
ingiustizia anche tante donne sono rimaste vittime.
Queste politiche vanno
cambiate. Il problema non sta né nell’Unione Europea, né nell’euro. Il problema
sta nelle politiche che si fanno. È l’austerità che va cancellata, non l’Unione
Europea.
Per questo ho deciso di
votare e sostenere “L’altra Europa con Tsipras” .
Questa è l’unica lista e
Tsipras è l’unico leader europeo che vuole cambiare le politiche che hanno
peggiorato in questi anni la nostra vita. La Sinistra europea sarà l’unico
movimento che si batterà per un reddito minimo europeo che permetta alle
giovani donne di combattere la precarietà e di avere l’opportunità di
progettare il proprio futuro, che cercherà di tassare le rendite e le
transazioni finanziarie e sostenere un piano di investimenti per dare lavoro ai
giovani, che cercherà il modo per togliere dalle nostre spalle il fardello del
debito provocato dalle banche e dagli speculatori e pagato in questi anni con i
soldi di tutti noi.
Non a caso nella lista “Un'altra Europa
per Tsipras” ci sono tante donne candidate, la metà. E' solo un inizio. Ma bisogna
pur cominciare una buona volta.
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